Le società benefit (SB) sono previste in Italia da inizio 2016, introdotte dalle legge di stabilità (legge 28 dicembre 2015, n.208).
Di fatto le società benefit sono quelle che “nell’esercizio di una attività economica, oltre allo scopo di dividerne gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interesse“
Queste finalità devono essere inserite a pieno titolo nell’oggetto sociale.
E devono essere perseguite cercando di volta in volta di bilanciare l’interesse dei soci con quello di tutte le altre persone e realtà che sono coinvolte, più o meno direttamente.
Ogni anno le SB devono rendere conto di ciò che hanno fatto per il bene comune, tramite una relazione da allegare al bilancio e pubblicare sul sito internet.
Sulla base di una serie di metriche devono chiarire quali obiettivi si erano poste, cosa hanno fatto per raggiungerli (ed, eventualmente, perché non ci sono riuscite) e cosa hanno in programma per l’anno successivo.
In cosa “credono” le società benefit?
Le società benefit – a nostro avviso – mettono in dubbio il modello classico dell’impresa come “entità finalizzata a massimizzare il (proprio) valore economico”.
Il ragionamento parte dalla constatazione che oggi molte imprese “fanno le cose bene”, anche grazie agli importanti progressi tecnologici conseguiti, ma si è forse giunti a un punto di rottura: questa massimizzazione del (proprio) valore economico rischia di non essere più sostenibile dal punto di vista sia sociale (concentrazione di ricchezza esagerata, … ) sia ambientale (con un impatto sul Pianeta che rischia di metterne a repentaglio l’esistenza).
Le società benefit ritengono quindi che un’impresa “sostenibile” non sia fatta solo per il profitto e provano a fare profitto con sostenibilità, da intendersi in una declinazione sia ambiente sia sociale.
Un esempio concreto: lo statuto di Illycaffè
Riportiamo di seguito un passaggio dello statuto di Illycaffè, una delle società che hanno realizzato il passaggio verso la Società benefit. Ci pare un utile esempio di come possa concretizzarsi, nell’oggetto sociale, la finalità di una Società benefit.
La società, in qualità di società benefit, intende perseguire nell’esercizio della propria attività economica, una o più finalità di beneficio comune e operare in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente, beni ed attività culturali e sociali, enti e associazioni ed altri portatori di interesse.
Il principio guida è la creazione di valore per tutti gli attori coinvolti lungo la filiera produttiva, attraverso un processo di miglioramento continuo.
In particolare, la società persegue obiettivi di beneficio comune nelle seguenti aree:
A) Catena responsabile del valore e agricoltura sostenibile, nella prospettiva di:
– contribuire al miglioramento della conoscenza e dell’analisi degli impatti lungo la filiera del caffè;
– contribuire allo sviluppo e all’analisi della sostenibilità della filiera attraverso la ricerca, il trasferimento di conoscenza, i progetti sul campo;
– sostenere e divulgare le ragioni dell’agricoltura integrata per preservare e migliorare la qualità e la sostenibilità del caffè a livello globale.
B) Aspirazione alla felicità e qualità della vita, nella prospettiva di:
– accogliere i principi e la cultura della sostenibilità economica, sociale e ambientale, nonché il loro legame intrinseco con l’aspirazione alla felicità che è propria di ogni persona;
– partecipare al dibattito internazionale sui temi dell’aspirazione alla felicità, del benessere e del miglioramento della qualità di vita, prevalentemente ma non esclusivamente nelle aree mondiali di coltivazione del caffè;
– favorire partnership globali per promuovere la sostenibilità e la sensibilità internazionale in merito.
C) Economia circolare e innovazione, nella prospettiva di:
– considerare prodotti e sistemi anche secondo criteri coerenti con i principi della sostenibilità e dell’economia circolare, a beneficio del pianeta;
– migliorare l’efficienza energetica e il consumo di risorse, tenendo in considerazione le migliori pratiche e le soluzioni innovative nel perseguimento della progressiva riduzione di emissioni.
– promuovere il rispetto dell’ambiente come principio fondamentale del settore del caffè lungo tutta la catena del valore.
Differenza tra Società benefit, No profit e Benefit Corporation
Le società benefit:
- restano società a scopo di lucro. Sono quindi una classificazione trasversale rispetto a quella “società di lucro VS no profit”
- sono una cosa diversa rispetto alle “Benefit Corporation” o “B-Corp”. Una B-Corp è una società, con qualsiasi forma giuridica, che ottiene una certificazione rilasciata da B-Lab, un ente no profit statunitense. Si tratta di una misura totalmente volontaria. L’azienda compila il questionario del “Benefit impact assessment” e B-Lab assegna un punteggio alle sue politiche ambientali e sociali. Se raggiunge la sufficienza, arriva il titolo di B-Corp. Una società benefit può essere anche una B-Corp e viceversa; ma le due cose sono slegate l’una dall’altra
Costi e benefici
Dal punto di vista fiscale, al momento le SB non godono di alcun incentivo fiscale né agevolazione.
Quindi, a parte i benefici intangibili derivanti dallo “status”, non ci sono benefici economici diretti, mentre ci sono i costi della relazione e della gestione dello status (e della certificazione B-Corp nel caso).
Quali possono essere questi benefici “intangibili”? Senza pretesa di esaustività, proviamo a elencarne alcuni.
- soddisfacimento di un bisogno dei clienti (consumatori finali o clienti diretti). In alcuni settori – pensiamo all’abbigliamento, alla grande distribuzione organizzata e in generale al mondo del retail – i consumatori finali sono sempre più attenti ai temi della sostenibilità (ambientale, diritti dei minori/lavoratori, …). Ciò spinge le aziende che operano nella filiera di tali settori a essere parimenti attenti a questi temi;
- coesione aziendale. L’adozione di uno stile maggiormente sostenibile può rendere assai più concreta la vision/mission aziendale, motivando le persone – soprattutto quelle maggiormente sensibili ai temi della sostenibilità – e rappresentando così una spinta verso il raggiungimento degli obiettivi aziendali;
- attrazione di talenti. Vale quanto detto al punto precedente: anche il processo di selezione può trarre vantaggio verso quei talenti maggiormente sensibili ai temi della sostenibilità;
- attrazione di investitori “sensibili”. Come per i talenti: l’attenzione alla sostenibilità può rappresentare un vantaggio competitivo nell’attrazione di alcune tipologie di investitori.
Quante società benefit ci sono a oggi?
Qui un database in corso di costruzione con l’elenco delle società benefit attuali.
…seguono aggiornamenti…